Quando piantare i fagiolini? Il calendario perfetto per un raccolto da sogno

Quando si parla di fagiolini, il momento della semina fa tutta la differenza. Non serve complicarsi la vita con calcoli strani: basta osservare il clima. Meglio aspettare che il freddo sia un ricordo. La finestra giusta, di solito virgola è tra fine aprile e maggio. Prima si rischia con le gelate, dopo diventa un terno al lotto. I fagiolini non amano il freddo, e se trovano il gelo, si bloccano .

Cosa serve ai fagiolini per crescere bene

Il terreno deve essere accogliente. Non si tratta solo di fertilità: deve essere soffice, sciolto e capace di drenare bene. I ristagni d’acqua sono nemici silenziosi: fanno marcire le radici e attirano malattie. Chi ha un terreno argilloso può ammorbidirlo con sabbia e compost. Non serve esagerare: qualche pala ben distribuita cambia tutto. Importante anche zappare a fondo, così le radici respirano meglio.

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Il sole è l’altro ingrediente che non può mancare. I fagiolini vogliono luce piena per crescere sani. Una zona ombreggiata, magari vicino a una siepe o sotto un albero, può rallentare tutto. Meno luce, meno produzione. Anche l’aria circolante conta: aiuta a tenere lontani i funghi e muffe. Meglio evitare angoli troppo chiusi o umidi. Una piccola brezza, ogni tanto, fa bene.

Chi vuol raccogliere a lungo può fare semine scalate. Basta seminare ogni due o tre settimane, da marzo fino ad agosto. Così si hanno piante in fasi diverse, e la produzione si allunga. Non serve piantare tutto in un giorno. Anzi, meglio dosare. Si evita anche di avere chili di fagiolini tutti insieme da consumare in fretta.

Protezione dei fagiolini

Marzo, però, è un mese rischioso. Se si decide di seminare così presto, conviene proteggere le piantine. Il tessuto non tessuto aiuta parecchio: basta coprire la fila la sera, poi scoprirla di giorno. Non è complicato, serve solo un po’ di costanza. Meglio perdere 5 minuti al giorno che vedere tutto bruciato da una gelata improvvisa.

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Una cosa utile è scegliere varietà adatte. Esistono fagiolini nani e rampicanti, verdi o gialli, fini o carnosi. La varietà Bronco, ad esempio, si adatta bene a diversi tipi di terreno ed ha una buona resa. Non serve impazzire con mille varietà: ne basta una affidabile. I rampicanti richiedono sostegni, ma producono più a lungo. I nani, invece, crescono veloci e stanno bassi.

Una volta seminato, serve un po’ di attenzione. L’annaffiatura è importante, ma senza esagerare. O meglio bagnare la sera, quando il sole non picchia. Appena spuntano le piantine, conviene controllare se ce ne sono troppe. Se sì, si diradano, togliendo quelle più deboli. Così le altre crescono meglio. Troppa competizione rende tutte le piante più fragili.

Come piantare i fagiolini

Il seme va interrato a 2 o 3 cm punto niente di più, altrimenti fa fatica a spuntare. Si mettono due o tre semi per buca, a distanza di una ventina di centimetri. Chi preferisce può fare solchi, ma non è obbligatorio. L’importante è che il terreno sia umido al momento della semina, altrimenti i semi restano lì a dormire.

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Ogni tanto bisogna togliere le erbacce. I fagiolini non crescono bene se hanno intorno troppe piante concorrenti. Basta una zappettata leggera ogni settimana. Anche la pacciamatura può aiutare: uno strato di paglia o fogli secchi trattiene l’umidità e tiene a bada le infestanti. Non serve molto , solo un po’ di costanza. Meglio fare poco e spesso che tutto insieme.

Non sempre tutto fila liscio. Può capitare che le foglie si ingialliscano o che le piantine sembrino ferme. A volte è il terreno troppo compatto, altre è colpa dell’acqua. Se piove troppo, non c’è molto da fare, se non aspettare. Se il problema è la siccità, aumentare le innaffiature e osservare le piante aiuta a capire cosa serve.

Il momento della raccolta

Dopo circa due mesi, i primi baccelli iniziano a spuntare. È il momento di raccogliere, ma senza aspettare troppo. I fagiolini vanno presi quando sono teneri. Se si aspetta, diventano fibrosi. Conviene passare ogni due o tre giorni e staccare quelli pronti. Più si raccoglie, più la pianta produce. È un ciclo continuo, che va seguito con regolarità.

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Quando si arriva a fine estate, la produzione cala. Le piante ingialliscono e il raccolto si fa più scarso. Chi ha fatto semine scalare avrà ancora qualche pianta giovane. Gli altri possono lasciare seccare le ultime per raccogliere i semi. Basta lasciarli asciugare bene e conservarli al buio in un barattolo di vetro. Così l’anno dopo non si deve comprare nulla.

La coltivazione dei fagiolini non è complicata. Richiede solo un po’ di attenzione al momento giusto. Se si seguono i tempi e si osservano le piante, i risultati arrivano. Un piccolo orto può produrre abbastanza per mangiarne freschi tutta l’estate. Con qualche semina ben dosata e un po’ di sole, anche un balcone può dare soddisfazione. E alla fine, raccogliere i propri fagiolini da sempre una certa soddisfazione, anche se non sono perfetti.

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