Cime di rapa bio: la guida pratica

Le cime di rapa sono amatissime in diverse zone d’Italia soprattutto in alcune regioni come la Puglia di cui ne sono il simbolo. Chiunque abbia mai mangiato orecchiette con le cime di rapa lo sa bene, hanno un sapore tutto loro, un misto di amaro e fresco. Insomma o le ami o le eviti ma se decidi di coltivarle, soprattutto in modo biologico, bisogna farlo in determinati modi.

Quando iniziare a seminare per le cime di rapa

Per prima cosa va detto che le cime di rapa non sopportano bene il caldo torrido ma nemmeno il freddo gelido. Il periodo migliore per seminarle va da fine estate a inizio autunno. Ovviamente dipende da dove vivi. In collina puoi iniziare a spargere i semi a metà settembre perché il clima è ancora mite e il terreno trattiene un po’ di umidità dopo le piogge. Se vivi in una zona più calda, puoi anticipare di qualche settimana.

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Non serve chissà cosa ma almeno la terra leggera e ben drenata è di fondamentale importanza. Se il tuo terreno è argilloso, lavora per alleggerirlo con della sabbia o del compost. Puoi utilizzare anche delle letame ben maturo quello che ormai non puzza più. Va mescolato con la terra prima della semina. Queste cose sono importanti perché le cima di rapa amano solo ricco ma non esagerato.

Ma come si seminano? In realtà è molto semplice. I semi sono piccoli quindi bisogna andare con cautela. Fai dei solchi leggeri di circa uno o 2 cm di profondità. Traccia le file con una canna di bambù, distanziate di circa 30 cm. Dopo qualche giorno, se le condizioni sono giuste, iniziano a spuntare le prime foglioline.

Irrigazione e parassiti: come fare

Quando le piantine sono cresciute e hanno raggiunto circa 5 o 7 cm, bisogna passare alla fase successiva e diradarle. Cerca di lasciare una piantina ogni 20 cm circa. Certo posso capire che fa male eliminarle ma è una pratica necessaria. Se sono troppo vicine si rubano a vicenda luce e spazio e di conseguenza nessuna di loro crescerà a dovere.

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Passiamo all’acqua. Questa va data con criterio, il terreno deve restare umido ma non fracido. Quando esageri arrivano subito i problemi come marciume, funghi e muffe. Dovresti preferire bagnare al mattino così il terreno si asciuga durante il giorno. Annaffia con una lancia a doccia fine per smuovere troppo la terra attorno alle radici.

Un altro punto dolente sono i parassiti, insomma qualcuno ne arriva sempre. Ci sono gli afidi, le cavolaie, qualche lumaca. Insomma nulla di strano non c’è bisogno di utilizzare pesticidi chimici, ma si può imparare a prevenire il tutto. Prova a spruzzare una soluzione di acqua e sapone di Marsiglia ogni 10 giorni. Se noti qualche afide, metti vicino piante di calendola o nasturzio che li tengono lontani dalle rape.

La raccolta e la conservazione

Di solito dopo 40 o 60 giorni dalla semina, le piante iniziano ad avere un bel volume. Ma il momento della raccolta è molto delicato. Se aspetti troppo diventano dure e amare. Vanno tagliate quando i fusti centrali sono robusti ma ancora teneri e i germoglio floreali devono essere chiusi. Non aspettare i fiori perché quello significa che è già troppo tardi.

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Arrivata la raccolta puoi utilizzare un coltello affilato e pulito. Il taglio deve essere basso ma senza tirare via tutta la pianta. Se sei fortunato e il clima collabora, potresti ottenere un secondo raccolto qualche settimana dopo. Una volta superata questa fase è il momento della conservazione. Le cime di rapa una volta raccolte non durano molto.

Vanno infatti tenute in frigorifero avvolte in un panno umido dentro un sacchetto di carta. In questo modo resistono per circa tre o quattro giorni. Un altro metodo è quello di sbollentarle e congelarle in sacchetti così da averle pronte all’uso anche in estate. Ci sono però altri trucchetti da considerare dopo la prima coltivazione.

Ultimi consigli sulle cime di rapa

Non coltivare cima di rapa nello stesso punto per due anni di fila. Rischieresti infatti di impoverire il terreno e favorire malattie specifiche. Potresti alternare con leguminose come fave o piselli che migliorano la fertilità del terreno grazie all’azoto. Potresti anche piantare carote o cipolle basta che non siano della stessa famiglia delle cime di rapa, tipo cavoli o verze.

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Coltivare cime di rape ti insegna pazienza e osservazione. Se le piante sono gialle può essere una carenza di nutrimenti. Se i bordi si seccano può essere troppa acqua o troppo sole. Se crescono storte forse non hanno ricevuto abbastanza luce. Insomma c’è sempre da imparare ma c’è una grande soddisfazione quando poi prepari un piatto fatto con le tue mani con le tue cime di rapa.

Tra l’altro, coltivare in modo biologico non è solo una questione di salute. Si rivela essere anche un modo per rispettare il terreno, il clima e il ciclo naturale delle cose. Se hai poco spazio a disposizione, non ti preoccupare. Non serve avere ettari di terreno, anche in un piccolo orto o su un terrazzo puoi ottenere un raccolto dignitoso.

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